Un triste risveglio per il rione Monti che "piange" il suo albero secolare, ferito da un atto di vandalismo scaturito da un gruppetto di piccoli bulli di quartiere che, salendo impudentemente sullo stesso, ne hanno distrutto una parte, spezzatasi a causa del loro peso. Quella villa che fu di teatro di passeggiate filosofiche e “godereccie” della corte di Pietro Aldobrandini, nipote di Papa Clemente VII, è oggi un’insospettabile giardino pensile che affaccia su via Nazionale, in passato tenuto allo stato brado sull’orlo dell’inciviltà, e oggi tornato a risplendere grazie anche all’ "associazione del Rione Monti" da tempo impegnata per la salvaguardia e la valorizzazione del luogo.
Un gioco non deve diventare un “delitto”, deturpare un parco storico come Villa Aldobrandini con scritte sugli alberi e, distruggere gli stessi per il piacere di creare disordini, è un "delitto" e deve essere sanzionato e evitato attraverso azioni di controllo adeguate alla tutela storica del luogo.
Un’ azione di disturbo che crea danni irreparabili, deve essere punita, perché deturpare un bene storico è un grave reato che non può passare incolume come la “marachella” di ragazzini annoiati che trovano nell’atto vandalico motivo di divertimento per risolvere la giornata di ozio.
“Questo albero sta soffrendo, come sta soffrendo la nostra cultura”, afferma Cesare Esposito socio onorario dell’ "associazione Rione Monti", ribatte Silvano Mozzarella, presidente dell’associazione, “Villa Aldobrandini, deve essere difesa e tutela dall’amministrazione locale” perché quello che da troppo tempo viene considerato un luogo “periferico” al centro della città possa continuare a vivere per poter essere offerto e fruito dalle future generazioni.
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